STEFANO RAGAZZO

alpinista

Formato sulle pareti più difficili delle Dolomiti, Stefano ha portato il suo alpinismo tecnico e d’esplorazione dal Monte Bianco fino al Karakorum, passando per Patagonia e Himalaya. Per lui l’alpinismo non è solo una prestazione, ma un modo per leggere la montagna con occhi nuovi, cercando linee pure, scelte essenziali e sfide che abbiano un significato.

Le montagne
e la mente

È la mente, prima ancora del corpo, ad aver guidato Stefano Ragazzo verso alcune delle montagne più dure e remote del pianeta. La determinazione costruita su ogni parete, la resilienza affinata nel tempo e la capacità di restare lucido sotto pressione gli hanno permesso di affrontare salite tecniche e isolate, dal Monte Bianco alla Patagonia, fino all’Himalaya e al Karakorum. Alla base di tutto c’è la sua visione: la forza di immaginare un’avventura possibile dove ancora non esiste, e lavorare con metodo e dedizione per trasformarla in realtà.

LA MONTAGNA
COME SCUOLA

Il percorso di Stefano non è fatto solo di salite, ma anche di studio, pratica e formazione continua. Diventare guida alpina ha significato affinare competenze tecniche, capacità decisionali e una profonda responsabilità verso gli altri. Ogni esperienza in parete, ogni corso, ogni bivacco ha contribuito a costruire un approccio solido, essenziale e consapevole: un modo di vivere e trasmettere la montagna che non lascia spazio all’improvvisazione.

DALLE DOLOMITI AL KARAKORUM

Stefano Ragazzo ha costruito il suo percorso alpinistico affrontando alcune delle vie più impegnative e iconiche del mondo. Dalle sue prime esperienze sulle pareti dolomitiche, ha esteso il suo raggio d’azione a livello internazionale. Tra le sue imprese più notevoli:​

Eternal Flame sulla Nameless Tower (6251 m) nel Karakorum: prima salita in solitaria in rope solo con difficoltà fino al 7c+, realizzata in nove giorni nel luglio 2024.


The Nose su El Capitan, Yosemite: salita in solitaria in rope solo.


Kalypso sul Sato Pyramide (6100 m) in Nepal: apertura di una nuova via e prima ascensione di una cima inviolata.


Gold Rush su Cemetery Spire nelle Kichatna Mountains, Alaska: apertura di una nuova via con difficoltà fino al 5.12a e A1+.


Supercanaleta sul Fitz Roy ed altre cime minori in Patagonia 

APPROCCIO E VISIONE

Oltre alle sue imprese alpinistiche, Stefano è noto per la sua capacità di comunicare e condividere la sua visione dell’alpinismo. Attraverso conferenze, documentari e scritti, trasmette valori come determinazione, rispetto per la natura e la forza dell’immaginazione nel realizzare obiettivi ambiziosi. La sua narrazione ispira non solo alpinisti, ma chiunque creda nella potenza dei sogni concretizzati con impegno e passione.​

Fedele ad
un ideale

Per Stefano, ogni montagna scalata è un modo per raccontare qualcosa che va oltre la prestazione: è visione, disciplina e una forma di pensiero in azione. Un pensiero che rifiuta scorciatoie, semplificazioni e menzogne, perché per lui l’alpinismo ha senso solo se è vero, vissuto fino in fondo. Che si tratti di aprire nuove vie in Himalaya o di parlare davanti a una platea, l’approccio non cambia: attenzione, coerenza e l’ambizione di lasciare un segno che duri. Perché fare le cose con verità, senza scorciatoie, resta una delle forme più rare e potenti di coraggio.

stefano ragazzo

alpinista Stefano Ragazzo       alpinista Stefano Ragazzo       alpinista Stefano Ragazzo       alpinista Stefano Ragazzo